Sabato 15 giugno 2007.
Una grande occasione di civiltà si è realizzata. Un po' come quando Benigni recitando Dante in Tv fece sballare quegli stessi indici Auditel che in fondo esorcizzano la cultura dalla Tv, la bandiscono in nome dell'audience. La stessa legge totemica dell'audience in quell'occasione avrebbe dovuto decretare l'estinzione di reality shows, gabibbi e veline, scatole e scatoloni e ricollocare al loro giusto posto Ottavia Piccolo, Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Mariangela Melato e così via, tra Shakespeare e Dostoevskij, tra Petrarca e Molière. E invece?... La solita Maria de Filippi, le solite Aide Yespiche e così sia.
Al Gay Pride per gli stessi motivi per cui si è parlato di trionfo di popolo per il Family day si devono usare analoghe espressioni per la giornata dell'orgoglio omosessuale. E invece?... Le solite dichiarazioni ipocrite di qua e di là per non disturbare il Tedesco di Trastevere.
Onestà vorrebbe che a questo punto si provvedesse tanto ad assecondare le giuste richieste in termini di sostegno economico, servizi per l'infanzia, assistenza per gli anziani reclamate al Family Day quanto a legiferare per dare dignità subito a una fetta non irrilevante della popolazione italiana.
La frase del giorno: Savino Pezzotta che ha dichiarato (leggo da Il resto del Carlino) "il gay pride offende chi ha partecipato al Family Day. Si tratta di lavoratori"
I gay no????
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La frase del mese
"Una volta Samuel Johnson disse: il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie" (Kirk Douglas in Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick)
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